venerdì 23 settembre 2011

radici e tazze di tea - raíces y tazas de tè

tornavo verso casa, la borsa del computer e il sacchetto della spesa che lentamente scavava un solco nella mano, un filo di sudore lungo la schiena perchè qui ci sono ancora 30° minimo.
tornavo verso casa cercando di percorrere strade ancora non esplorate. lasciandomi incantare ancora una volta dagli angoli bianchi e luminosi di questa città.
tornavo verso casa pensando che


siamo come alberi

ci sono persone che crescono lasciando che le loro radici affondino sempre di più nella terra
in un movimento verticale che li lega indissolubilmente ad un luogo


altre invece crescono ramificandosi, spandendono le proprie radici sempre più lontano,
lasciando che si ancorino su una superficie orizzontale più ampia e diffusa, legandosi ad una galassia di punti, formando una rete.

credo siano entrambi modi per trovare stabilità e forza.

io sono indubbiamente un albero del secondo tipo
e condivido le mie tazze di tè con ogni persona che incontro,
imparando sempre più modi per dire "zucchero"




Volví a casa, el bolso del ordenador y la bolsa de la compra que poco a poco deja una cuña en la mano, un hilo de sudor por la espalda, porque aquí todavía estamos por lo menos a los 30 °.
Volví a casa tratando de tomar los caminos aún no explorados. y me dejó una vez más encantada por las esquinas blancas y brillantes de esta ciudad.

Volví a casa pensando que

somos como árboles

Hay personas que crecen y dejan que sus raíces se hunden más en la tierra
en un movimiento vertical que las vincula indisolublemente a un lugar

Mientras hay otras que crecen con ramificaciones, spandendono sus raíces cada vez más lejos,
lo que le permite anclarse sobre una superficie horizontal a difusión más amplia, unendose a una galaxia de puntos, formando una red.

Creo que son dos maneras de encontrar estabilidad y fuerza.

Yo soy, sin dudas, un árbol de la segunda clase

y comparto mis tazas de té con cada persona que conozco,
aprendendo más y más formas para decir "azúcar"

siamo alla frutta

l'avocado del diavolo

lo so.. la notizia è di per sè triste, ma il titolo mi fa sorridere.
e mi ricordo quella volta in cui, poco dopo aver comunicato la mia decisione di mollare giurisprudenza mio papà mi lanciò un avocado e un mango - che io ovviamente non riuscii a prendere al volo - e ridendo commentò:
"ops, avocado mangado" :D

sì lo so che sono angurie

giovedì 22 settembre 2011

fase R.E.M.

"Un saggio una volta disse che la cosa più importante quando si va a una festa è sapere quando è il momento di andare via. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario insieme. E ora è tempo di abbandonarla."

Michael Stipe, mi stai dicendo che è ora che io compri il biglietto di ritorno?


e ora, una confessione imbarazzante.
un giorno stavo ascoltando la canzone qui sotto e ho pensato che, se mai dovessi cercare un buon motivo per sposarmi - nel senso di radunare un considerevole numero di amici in una grande sala (chiesa dubito, al massimo in comune forse...) e celebrare qualcosa - 
insomma, dicevo, se mai dovesse esserci un buon motivo, ho pensato potesse essere il divertimento di vedere un sacco di persone, uscire da questa grande sala cantando Shiny Happy People e, ovviamente, ballando come in questa coreografia anni '80...
immaginatevi la scena... non è fantastica?



 



e ora i R.E.M. si sono sciolti.
in ogni caso, non credo proprio mi sposerò mai.

mercoledì 21 settembre 2011

incomprensioni improbabili #1

del tutto inspiegabilmente, "tè" è una delle parole per cui incontro più difficoltà a farmi capire.
tea. 
quella roba che si fa con l'acqua calda e una bustina di foglioline esiccate.
tè. té.


pare che la pronuncia corretta sia con una "E" più chiusa di quella che la mia brianzol-parmigianità mi fa dire.
ma ci si dovrebbe capire, no?
e poi mi hanno detto che qui in Anaalusia hanno due tipi di vocali.
quelle aperte.
e quelle ancora più aperte.
:)


 
 eppure


a Marinaleda, colazione, 
"Dos tè y una media tostada, por favor"
"lo siento, no tenemos Coca-Cola Light"

O.o


lunedì 19 settembre 2011

le parole sono importanti

sin dudas, in questi mesi il mio vocabolario castellano si è arricchito.
vediamo che parole ho imparato per prime...

indignad@s
asamblea
consensuar
desahucio
desalojo
huelga
manifestacion
pancarta
estafa
estorbo, pienso luego estorbo
chorizo - non nell'accezione di salume...
marcha
enfrentarse a la poli
carga
tobillo/tendinitis
amigdalis/amigdalitis

.... militanza e sfiga, insomma.

venerdì 9 settembre 2011

like bridges over restless waters

di nuovo nella fase in cui il desiderio di ubiquità s'intensifica.
de vuelta en la etapa en la que el deseo de ubicuidad se intensifica.


en duda, preparo otra vez la mochilla y mañana vuelvo al sur.
nel dubbio, preparo di nuovo uno zaino e domani torno al sud.
 

chi parla male, pensa male, e vive male.

GUARDA QUI

ok, bella l'idea, belle le foto.
MA,
BESTIA DI UN "GIORNALISTA"!!,
se i soggetti sono le persone e gli scatti sono stati eseguiti da un fotografo, si chiamano RITRATTI, non AUTO-ritratti.
ce l'avete un vocabolario a Repubblica?



"il fotografo ha chiesto a palestinesi e israeliani di posare per degli autoritratti"
ecco, io non ce la faccio a leggere frasi così. mi viene l'orticaria.




sabato 3 settembre 2011

Chiara ti prego non ripartire.

"ho messo la bustina di tisana nel pentolino."
"grazie."
"secondo te, quanto dovrà stare in infusione?"
"dici la borsa nell'acqua&sale?"
"sì. ... ... ... come hai fatto a capire!?!?!?"
 
"ehi Chiara, un sinomino di sonnolento... per dire tranquillo ma non addormentato..."
"sì sì... ce l'ho sulla punta della lingua.... .... uhm.... frikkettone!" O.o